SP TBM

Cosa Siamo? La scuola popolare di Tor Bella Monaca è un progetto mutualistico nato nel 2018, che ha inizialmente coinvolto tante e tanti docenti del vicino Liceo Amaldi e successivamente di altre scuole, ma anche studentesse e ricercatori universitari. L’obiettivo è semplice e ambizioso allo stesso tempo: in uno dei quartieri più poveri di Roma, e dunque a maggior tasso di abbandono scolastico, vogliamo costruire un luogo gratuito e solidaristico di sostegno all’attività scolastica, ispirato alla pedagogia democratica e antiautoritaria.

Cosa facciamo? Supporto agli studenti e alle studentesse delle superiori; aiuto compiti per bambine e bambini della primaria; laboratori didattici; sosteniamo un’aula studio autogestita e una ludoteca autogestite; corso d’italiano per stranieri e diversi altri progetti sono in cantiere, ne vuoi proporre uno?

Perché? Siamo consapevoli di come le ripetizioni a pagamento, unite alle differenti condizioni abitative e socioculturali di partenza, siano uno dei tanti meccanismi che impongono una selezione di classe del corpo studentesco, mentre per molte docenti e studenti universitari rappresentano una delle poche strade percorribili per tamponare il peggioramento delle proprie condizioni economiche. E così le ripetizioni diventano uno di quei meccanismi che rendono il diritto allo studio, formalmente uguale per tutti, sostanzialmente diverso per molti. Per questo aprire una scuola popolare e un aula studio in questo territorio assume un valore particolare.

È volontariato? Non proprio. La scuola popolare non vuole soltanto aiutare qualcun*, ma costruire solidarietà reciproca, mutualismo, autogestione, cooperazione mettendo in relazione competenze e bisogni differenti. Non puntiamo a costruire un’isola felice, ma a partire da un’azione concreta, vorremmo rilanciare e stimolare la ripresa di un dibattito forte sull’istruzione. La didattica cooperativa e antiautoritaria, la condivisione del sapere e la solidarietà sociale, sono per noi principi su cui difendere e rifondare l’idea stessa di scuola pubblica, lontano dalla logica competitiva che da tempo provano a imporci. Un’idea di scuola diversa perché vogliamo un mondo diverso.

Solidarietà, Mutualismo, Giustizia sociale!



Se il progetto ti piace, contattaci!
Puoi aiutare attivamente o anche solo venire a studiare da noi. Poche ore al mese del tuo tempo potrebbero essere decisive per far vivere e ampliare questo progetto.

www.scuolapopolaretbm.altervista.org
Telefono 3533449874 (solo whatsapp)
https://www.facebook.com/scuolapopolaretorbellamonaca


FAQ -Frequently Asked Questions

Come posso partecipare?

Semplice, venendo a Largo Mengaroni 11 durante le lezioni per le superiori (ogni giovedì dalle 15.00 alle 17:30); per frequentare il corso d’italiano per stranieri (ogni venerdì dalle 19 alle 20:30); oppure durante l’aiuto compiti per i bambini delle elementari e delle medie (ogni venerdì dalle 16:30 alle 18:30)

Mi devo iscrivere?

Devi lasciarci il tuo numero di telefono e segnarti il nostro 3533449874 in rubrica, in questo modo riceverai tutte le comunicazioni utili per frequentare le varie lezioni e attività.
Sarebbe assai utile se riuscissi a compilare il modulo di iscrizione sul nostro sito e se ci segnalassi, sempre tramite il sito, quando vieni e per quali necessità.
Sempre sul nostro sito puoi vedere ogni settimana quali lezioni sono disponibili il giovedì

Perché le ripetizioni gratuite?

Perché chi partecipa alla scuola popolare di Tor Bella Monaca vuole lottare contro le disuguaglianze.
Fare parti uguali tra diversi è la più grande delle ingiustizie, diceva Don Milani.
Un esempio? Il costo delle ripetizioni private è uguale per tutti, ma rende accessibile questo strumento solo per alcuni. Noi pensiamo che l’attività di sostegno allo studio debba essere accessibile a tutte e a tutti. “Non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra disuguali” Don Milani


Non rischiate di fare semplicemente volontariato? Di fare gratis un “servizio” che dovrebbe fare e pagare lo Stato?

Come scritto nella carta della rete delle scuole popolari di Roma, il nostro obiettivo è non esistere più. Perché la scuola popolare esiste nel vuoto determinato dall’assenza d’intervento pubblico. Il nostro non è semplice volontariato perché con la nostra esistenza vogliamo porre un problema, generare aggregazione e cooperazione sociale finalizzata anche a rivendicare i diritti sanciti dalla nostra Costituzione. La nostra solidarietà non è riducibile a un impulso etico, ma è solidarietà rivendicativa, mutualismo conflittuale.

Che cos’è il Mutualismo?

Ci ispiriamo a una pratica diffusasi nell’800 nelle società di mutuo soccorso operaio. Queste società hanno costruito dal basso un sistema di assicurazione sociale quando ancora non esistevano pensioni, contratti nazionali, malattia e diritti del lavoro più in generale. Costruirono anche scuole popolari rivolte a chi, per ragioni economiche, sociali o per barriere culturali, veniva escluso dal sistema d’istruzione. Proprio per questa ragione non ci concepiamo come un “servizio”, ma come un progetto cooperativo e solidale.

Cosa vuol dire che la scuola popolare è un “progetto cooperativo”?

Significa che questo luogo vuole essere uno strumento di cooperazione. Siamo infatti convinti che scuola, educazione e formazione significhino innanzitutto attivare pratiche cooperative e solidali tra diversi. Per questo la nostra ambizione è che chi partecipa alla scuola popolare ne divenga parte attiva. un giorno ricevo gratuitamente un aiuto in matematica e la settimana successiva sarò io ad aiutare un bambino delle elementari o una migrante a imparare l’italiano. Chiariamoci, nessuno è obbligato a fare nulla, ci piacerebbe che questo meccanismo fosse spontaneo, che si costruisse sulla convinzione di chi partecipa. Anche perché siamo convinti che solo quando si insegna si acquisisce fino in fondo una conoscenza. Il rapporto educativo è sin dal principio uno scambio, un dare e avere reciproco. In questo senso la scuola popolare vuole provare, nel suo piccolo, a sperimentare una cooperazione educativa alternativa alla logica della competizione che da anni sta penetrando nei nostri istituti.

Perché la scuola popolare ha appoggiato le mobilitazioni per i diritti dei migranti e gli scioperi globali contro il cambiamento climatico? Fate politica?

Perché educare e formare significa partecipare, riflettere sul mondo, prender parte alle grandi questioni del nostro tempo. Don Sardelli, che istituì una “scuola popolare 725” nel 1968 tra i “baraccati” dell’Acquedotto Felice, amava dire che fare scuola significa essere partigiani contro l’ingiustizia, contro l’arroganza e lo sfruttamento. Grazie anche alla scuola di Don Sardelli quella realtà di esclusione sociale fu superata grazie alle rivendicazioni avanzate dai suoi stessi studenti, che usarono il sapere come strumento di emancipazione e rivendicazione sociale. Anche l’indifferenza rispetto al mondo e alla sofferenza che ci circonda è una scelta, anche stare in silenzio è una posizione politica, semplicemente non è la nostra.

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